13/05/07
"Un milione di persone in piazza! Il governo, non può non tenerne conto". Pare sia questa la volontà del popolo, a giudicare dallo strepitio della grancassa mediatica. E questo è, in effetti, il messaggio che si vuole far recepire, perchè a questo evento è stato dato un notevole e significativo valore politico. Certo, non si manifestava contro un provvedimento vessatorio nei confronti di una categoria sociale, non si chiedeva al governo di bloccare un aumento delle imposte, o di fermare un provvedimento penalizzante nei confronti degli artigiani. Non c'erano in ballo gli interessi di nessun cittadino italiano: era un significativo numero di persone che esprimeva il proprio dissenso nei confronti di una realtà che il governo ha deciso di regolarizzare.
Malgrado i cattolici, infatti, le società evolvono, e l'attenzione del mondo intero si è andata concentrando sempre più verso il rispetto delle libertà degli individui. Le unioni di fatto sono libere scelte e gli stati moderni altro non stanno facendo che prenderne atto riconoscendole giuridicamente. Per quanto i dico fossero una soluzione "all'italiana" (detto nel peggiore senso possibile), rappresentavano comunque un modo di guardare in faccia alla realtà. Ma noi italiani, però, si sa, non siamo poi così liberi, non lo siamo mai stati: nel cuore della nostra capitale, come ci hanno insegnato da bambini, c'è un altro stato, con una sua bandiera e con una sua lingua ufficiale, lo stato Vaticano, il quale, dalla nascita della nostra Repubblica, non ha mai smesso, tra alti e bassi, di influenzarne la politica. Questo per una ragione tanto semplice quanto evidente: lo stato Vaticano vive in simbiosi economica con l’Italia, sia per i patti concordatari, che per la fitta rete di legami politico-finanziari che ne garantiscono la potenza. E' del tutto normale, quindi, che qualsiasi "deriva" laica preoccupi il vaticano non per problemi etici o morali, ma per i negativi risvolti economici che una perdita del controllo sulle masse e sulla politica potrebbe implicare: il POTERE è, come sempre nella storia della chiesa cattolica, la chiave di lettura per interpretarne le azioni. Ecco quindi che i vertici vaticani si preoccupano di mobilitare un milione di persone contro il governo che promuove i dico e non lo fa per manifestare, se proprio vuole impicciarsi dei fatti italiani, contro la tendenza alla precarietà del lavoro di tutti i governi (all’interno dei quali i cattolici non sono mai mancati) che non hanno mai agevolato nessun tipo di famiglia. Inoltre basta notare che in paesi in cui sono state riconosciute e regolamentate forme di unione familiare diversa da quella della concezione cattolica, le politiche di assistenza nei confronti della “FAMIGLIA” hanno un’attenzione maggiore rispetto alla nostra.
In Spagna più di un milione di cattolici hanno protestato contro le unioni omosessuali (lì non ci sono mica i dico!), ma in quella nazione si ha ben chiara, evidentemente, la differenza tra “Cesare e dio”. Il riconoscimento delle coppie di fatto, siano esse omo che eterosessuali, non ledono la libertà di alcuno, anzi fanno sì che l’individuo possa liberamente vivere il proprio stato affettivo in un conteso sociale che non lo vede alieno, bensì parte integrante di esso. Il fatto poi che tale emancipazione non venga concepita dai cattolici o dai musulmani o da chiunque altro filtri la realtà attraverso una religione “rivelata,” non cambia minimamente le cose e soprattutto non modifica le leggi di uno Stato libero che, ponendo sullo stesso piano tutti gli approcci filosofico religiosi all’esistenza, garantisce la libertà dei singoli.
In Italia, invece, abbiamo esternazioni come quelle di Bagnasco, che, frainteso o meno che sia stato, la pulce nell’orecchio l’ha messa al mondo cattolico, insinuando, ironico e beffardo com’è, il dubbio che i dico potessero legittimare la pedofilia o l’incesto . Io, sinceramente, non mi sono stupito di questo atteggiamento . Lo avevano già fatto in occasione del referendum sull’abrogazione della legge sulla fecondazione assistita, quando dicevano che abrogando questo “meraviglioso” testo, la legge 40 se non ricordo male, elaborato dalle menti eccelse ispirate direttamente dallo spirito santo, si sarebbe fatta eugenetica, mercanzia di embrioni, esperimenti genetici e creazione di mostri (nemmeno la fantasia visionaria e cialtrona di Edd Wood era arrivata a tanto!!!!).
Personalmente credo che alla chiesa non interessi proprio nulla il problema in se, ma le implicazioni politiche che queste problematiche hanno, questo si, li mette in agitazione. In Italia i dico non diventeranno mai legge, perché se così fosse la chiesa si sentirebbe delegittimata, e porterebbe allo scontro (ovviamente non armato, ma la frattura nella nostra nazione sarebbe insanabile!). Non solo, viste le ultime esternazioni del teologo tedesco al potere, non dubito che prima o poi si comincerà a discutere di divorzio e di aborto: i numeri per proporre referendum ci sono già, e la quantità di integralisti religiosi in questa nazione, cresce a dismisura. A quanti mi dicono che gli integralisti cattolici sono molto meno pericolosi di quelli islamici, di solito rispondo che sono “equipollenti”. Il tipo di intolleranza è praticamente identico, cambiano i modi di manifestarlo, e questo non è poco, me ne rendo conto, ma sentir parlare un “papaboy” con il suo delirante gergo clericale, che pretende di “imporre” il proprio “modus amandi” al mondo intero (in passato questo veniva fatto con la forza, non dimentichiamolo), fa davvero impressione. Dietro ogni forma di fanatismo religioso o politico, esiste sicuramente un malessere della società, un disorientamento delle masse che viene strumentalizzato ed orientato per garantire, a pochi, potere e ricchezza. La chiesa cattolica apostolica romana ha più di mille anni di esperienza, in questo senso, e le atrocità che sono state commesse in suo nome nel corso della storia, sono dei degni precedenti dell’olocausto dei nazisti, o dei gulag degli stalinisti, o delle atrocità dei fascisti in Abissinia.
Grazie a dio, sono Ateo!
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