E non poteva mancare la chiosa politica del nazista vaticano alla 58ma assemblea della CEI. E’ contento come un agnellino, quel satanasso, e sbava godendosi il trionfo politico che di fatto ha ottenuto in questa nazione. Parla di rapporti sereni tra le parti (è rimasta solo la parte sua in parlamento, ci mancherebbe!) ed in attesa di ricevere il santo nano in Vaticano il 6 di giugno, che si genufletterà davanti al suo sacro scroto rattrappito facendosi finalmente ungere, si appresta alla benedizione di questo governo italiano, o meglio di tutto questo parlamento privo di laici, perché quei pochi che ci sono, fingono di esserlo, scimmie ammaestrate che girano col cappellino per elemosinare qualche voto tra un pubblico che assiste sgomento (se non è stato già lobotomizzato) allo spettacolo di arte varia della politica italiana.
Le parole di giubilo sono esplicite, arroganti, potenti. Parla dell’Italia come del suo dominio, e di fatto lo è. “In uno stato democratico non sembra giustificarsi l’esclusione di un adeguato sostegno all’impegno delle istituzioni ecclesiastiche nel campo scolastico”, tanto per dirne una, ma soprattutto, e questa me la sono appuntata, “c’è l'esigenza che la fede non rimanga chiusa nel privato in quanto essa può offrire un importante contributo alla soluzione di grandi problemi”. Questo è il vero messaggio, la costante presenza della fede, leggi ovviamente la unica fede ammissibile, la fede cattolica.
In questo senso le polemiche dei giorni scorsi sulle dichiarazioni di Massimo d’Alema altro non sono state che prodromiche a queste dichiarazioni. D’Alema, infatti, affermava in maniera molto serena, che “la tentazione del potere è demoniaca e sempre, nella storia della Chiesa, è stata all’origine di misfatti di cui Giovanni Paolo II ha dovuto chiedere perdono” e con questo è stato anche eccessivamente benevolo, ricordando, alle massime cariche vaticane, che il connubio politico tra destra e cattolici si va sempre più consolidando e che la tendenza all’ortodossia e la clericalizzazione dello stato implicano un duro colpo al pluralismo e quindi alla democrazia. Nulla di nuovo dunque, ma il clima di “rapporti più sereni tra forze politiche ed istituzioni” ha generato una specie di terremoto, soprattutto in quell’assurdo carrozzone del PD, in cui si “teme” una deriva “laicista”… e come si fa, senza
Penso che peggio di così non si possa andare. Comprendo che d’Alema non trovi alcuna utilità politica dichiarandosi anticlericale, ma noi, piccoli ybristes, nella nostra infinita tracotanza di uomini, abbiamo il dovere di esserlo se vogliamo garantire una vera libertà di pensiero alle generazioni future.
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