Liberi di non credere

domenica 20 maggio 2007

martedì 15 maggio 2007

Family Day

13/05/07

"Un milione di persone in piazza! Il governo, non può non tenerne conto". Pare sia questa la volontà del popolo, a giudicare dallo strepitio della grancassa mediatica. E questo è, in effetti, il messaggio che si vuole far recepire, perchè a questo evento è stato dato un notevole e significativo valore politico. Certo, non si manifestava contro un provvedimento vessatorio nei confronti di una categoria sociale, non si chiedeva al governo di bloccare un aumento delle imposte, o di fermare un provvedimento penalizzante nei confronti degli artigiani. Non c'erano in ballo gli interessi di nessun cittadino italiano: era un significativo numero di persone che esprimeva il proprio dissenso nei confronti di una realtà che il governo ha deciso di regolarizzare.

Malgrado i cattolici, infatti, le società evolvono, e l'attenzione del mondo intero si è andata concentrando sempre più verso il rispetto delle libertà degli individui. Le unioni di fatto sono libere scelte e gli stati moderni altro non stanno facendo che prenderne atto riconoscendole giuridicamente. Per quanto i dico fossero una soluzione "all'italiana" (detto nel peggiore senso possibile), rappresentavano comunque un modo di guardare in faccia alla realtà. Ma noi italiani, però, si sa, non siamo poi così liberi, non lo siamo mai stati: nel cuore della nostra capitale, come ci hanno insegnato da bambini, c'è un altro stato, con una sua bandiera e con una sua lingua ufficiale, lo stato Vaticano, il quale, dalla nascita della nostra Repubblica, non ha mai smesso, tra alti e bassi, di influenzarne la politica. Questo per una ragione tanto semplice quanto evidente: lo stato Vaticano vive in simbiosi economica con l’Italia, sia per i patti concordatari, che per la fitta rete di legami politico-finanziari che ne garantiscono la potenza. E' del tutto normale, quindi, che qualsiasi "deriva" laica preoccupi il vaticano non per problemi etici o morali, ma per i negativi risvolti economici che una perdita del controllo sulle masse e sulla politica potrebbe implicare: il POTERE è, come sempre nella storia della chiesa cattolica, la chiave di lettura per interpretarne le azioni. Ecco quindi che i vertici vaticani si preoccupano di mobilitare un milione di persone contro il governo che promuove i dico e non lo fa per manifestare, se proprio vuole impicciarsi dei fatti italiani, contro la tendenza alla precarietà del lavoro di tutti i governi (all’interno dei quali i cattolici non sono mai mancati) che non hanno mai agevolato nessun tipo di famiglia. Inoltre basta notare che in paesi in cui sono state riconosciute e regolamentate forme di unione familiare diversa da quella della concezione cattolica, le politiche di assistenza nei confronti della “FAMIGLIA” hanno un’attenzione maggiore rispetto alla nostra.

In Spagna più di un milione di cattolici hanno protestato contro le unioni omosessuali (lì non ci sono mica i dico!), ma in quella nazione si ha ben chiara, evidentemente, la differenza tra “Cesare e dio”. Il riconoscimento delle coppie di fatto, siano esse omo che eterosessuali, non ledono la libertà di alcuno, anzi fanno sì che l’individuo possa liberamente vivere il proprio stato affettivo in un conteso sociale che non lo vede alieno, bensì parte integrante di esso. Il fatto poi che tale emancipazione non venga concepita dai cattolici o dai musulmani o da chiunque altro filtri la realtà attraverso una religione “rivelata,” non cambia minimamente le cose e soprattutto non modifica le leggi di uno Stato libero che, ponendo sullo stesso piano tutti gli approcci filosofico religiosi all’esistenza, garantisce la libertà dei singoli.

In Italia, invece, abbiamo esternazioni come quelle di Bagnasco, che, frainteso o meno che sia stato, la pulce nell’orecchio l’ha messa al mondo cattolico, insinuando, ironico e beffardo com’è, il dubbio che i dico potessero legittimare la pedofilia o l’incesto . Io, sinceramente, non mi sono stupito di questo atteggiamento . Lo avevano già fatto in occasione del referendum sull’abrogazione della legge sulla fecondazione assistita, quando dicevano che abrogando questo “meraviglioso” testo, la legge 40 se non ricordo male, elaborato dalle menti eccelse ispirate direttamente dallo spirito santo, si sarebbe fatta eugenetica, mercanzia di embrioni, esperimenti genetici e creazione di mostri (nemmeno la fantasia visionaria e cialtrona di Edd Wood era arrivata a tanto!!!!).

Personalmente credo che alla chiesa non interessi proprio nulla il problema in se, ma le implicazioni politiche che queste problematiche hanno, questo si, li mette in agitazione. In Italia i dico non diventeranno mai legge, perché se così fosse la chiesa si sentirebbe delegittimata, e porterebbe allo scontro (ovviamente non armato, ma la frattura nella nostra nazione sarebbe insanabile!). Non solo, viste le ultime esternazioni del teologo tedesco al potere, non dubito che prima o poi si comincerà a discutere di divorzio e di aborto: i numeri per proporre referendum ci sono già, e la quantità di integralisti religiosi in questa nazione, cresce a dismisura. A quanti mi dicono che gli integralisti cattolici sono molto meno pericolosi di quelli islamici, di solito rispondo che sono “equipollenti”. Il tipo di intolleranza è praticamente identico, cambiano i modi di manifestarlo, e questo non è poco, me ne rendo conto, ma sentir parlare un “papaboy” con il suo delirante gergo clericale, che pretende di “imporre” il proprio “modus amandi” al mondo intero (in passato questo veniva fatto con la forza, non dimentichiamolo), fa davvero impressione. Dietro ogni forma di fanatismo religioso o politico, esiste sicuramente un malessere della società, un disorientamento delle masse che viene strumentalizzato ed orientato per garantire, a pochi, potere e ricchezza. La chiesa cattolica apostolica romana ha più di mille anni di esperienza, in questo senso, e le atrocità che sono state commesse in suo nome nel corso della storia, sono dei degni precedenti dell’olocausto dei nazisti, o dei gulag degli stalinisti, o delle atrocità dei fascisti in Abissinia.

Grazie a dio, sono Ateo!

venerdì 11 maggio 2007

Ci sono stragi per le quali nessuno più si stupisce, per le quali non sono più sufficienti paura, o sgomento, nulla più se non una presa d'atto di ciò che è accaduto. Tutto continua ad essere come era prima. Nel giro di tre giorni, nel mio amato-odiato paesuncolo di provincia, sono state ammazzate quattro persone e tre sono gravi in ospedale.

Sono le vittime di una guerra di camorra, la cui logica, se qualsiasi guerra può avere una logica, è quella di accaparrarsi il dominio del mercato della cocaina. Lo sanno tutti: ci sono delle strade off limits presso le quali non è conveniente passeggiare, e non stiamo parlando di periferia abbandonata, ma del cuore della città "vecchia", una strada che nei prossimi giorni verrà inondata dai pellegrini che da Napoli, a piedi, si dirigono al santuario della madonna di Pompei. Ogni dieci dodici metri trovi un "punto vendita" anticipato di qualche metro da una fitta schiera di "muschilli" di vedetta sui motorini. Non appena vedono avvicinarsi quelle rare pattuglie che sono costrette (per un motivo o per un altro, vista che quella è una strada di passaggio nazionale) ad avventurarsi da quelle parti, li vedi agitarsi e schizzarti via davanti,che tu stia portando l'auto o un carrozzino con un neonato, perchè devono avvisare del potenziale pericolo. Corre voce che i muschilli prendano circa 400 euro alla settimana. Una buona paga per un ragazzo dai quattordici ai sedici. Per decenza non vi dico quello che prendo al mese, con il mio modesto lavoro da impiegato, ma è inutile dirvelo, io guadagno di meno.

La città, pur essendo veramente piccola, è divisa in due parti: una zona nord, detta "part'i copp'" (la parte di sopra) ed una zona sud detta "part'i vascio" (la parte di sotto). Anche in questo caso sarebbe un pleonasmo dirvi quale delle due zone è quella più pericolosa.

Fino ad un paio di mesi fa io abitavo nella zona sud. Avendo i miei che abitano "a' part'i copp" quella strada la facevo spesso, con grande disappunto di mia moglie: i casi di aggressione, infatti, di violenze, di situazioni, per così dire, estreme, sono ordine del giorno, e sono note anche alle forze dell'ordine che, e questo è cronaca, qualche volta ne sono state addirittura vittima.

Vedere quello spettacolo, vi giuro, mette i brividi. Li vedi questi ragazzoni, pesanti collane d'oro al collo, macchine di grossa cilindrata, motociclette potenti. E vedi pure i clienti che, per comprare la loro polverina magica, fanno rallentare il traffico: sembrano facce pulite loro, forse professionisti, piccoli imprenditori, o qualche malcapitato emulatore di ceti abbienti, che sniffa per illudersi di essere "a livello". Tutto alla luce del giorno, nel traffico quotidiano, tra gli sguardi bassi, fissi sulla pavimentazione accidentata del marciapiede. Cosa potrebbero fare se non farsi "i cazzi propri"?
Tre dei morti ammazzati di questi ultimi giorni sono stati freddati tra la folla, in quelle stesse strade trafficate da persone che "vitam silentio transeant veluti pecora, quae natura prona atque ventri oboedientia finxit", per parafrasare Sallustio.

Domenica sera, per non rimanere tappato in casa, sono sceso con mia moglie e la bambina. Siamo andati a fare una passeggiata per il Corso, da "Sottozzero" per comprare un buon gelato. Poco distante c'è il commissariato di polizia: facevano bella mostra di sé una decina di mezzi blindati, ed una schiera di poliziotti ben armati. I carabinieri, dal canto loro, sfrecciavano per le strade facendo ricordare ai cittadini che quella non era una domenica come le altre, e che si era dovuto aspettare ben due giorni e quattro morti ammazzati perché lo ricordassero anche loro.

Mia figlia mi ha chiesto perché. Mia moglie ed io ci siamo guardati, ma è difficile rispondere ai perché dei bambini. Così come quando, l'anno scorso, ero da mia madre, poco prima di scendere da casa sua sentimmo delle esplosioni: colpi secchi, non avevo ancora capito che erano colpi di pistola. Accanto al campo sportivo avevano ammazzato un uomo. Passai di lì poco dopo e vidi una gran folla. Abbassai il finestrino dell'auto e chiesi ad una passante "cosa è successo?" . Mi guardò calma e mi disse "niente, hanno ucciso un tipo". Mia figlia mi chiese se quello che aveva appena sentito significava che qualcuno era morto. E non riuscì a farsene una ragione.

Così, al centro del golfo di Napoli, sotto al Vesuvio sornione, tiriamo avanti, incastonati in questo sistema perverso di assuefazione e di abbandono: lo Stato, evidentemente, tollera questo stato di cose, probabilmente per mascherare la propria incapacità di agire. Ovviamente non intendo le parate fatte domenica sera, gli schieramenti di forze armate e quant'altro, quelle, lo dimostrano i fatti, servono solo a calmare le acque e a far tacere i media per un po'; mi riferisco all'incapacità di strappare quei muschilli dal sellino del motorino, l'incapacità di dare loro quanto per costituzione si era impegnato a dargli: istruzione, lavoro, educazione, democrazia.

Torre Annunziata, città dormitorio, un tempo lontano famosa per i pastifici (Voiello per dirne uno), per le spiagge vulcaniche, per le terme, è l'emblema del fallimento di noi tutti, in quanto Stato, incapaci di dare un senso qualsiasi alla vita di chi ha come unico valore la sopraffazione dell'altro. In questo contesto, ci si avvicina alle amministrative, con tutto il bagaglio di luoghi comuni, di identità da rivendicare, di colpe da addossare agli avversari. Nessuno che sembra guardare in faccia ad una realtà triste e senza vie di uscita. Il sindaco di una città ridotta così male non può non essere che un martire o un colluso. In tutti e due i casi ci rimettiamo sempre.

domenica 22 aprile 2007

Avvolge le mie dita, spirale imperfetta, il fumo che a poco a poco mi logora. Fisso lo sguardo fuori dalla finestra, e non cerco punti precisi in un orizzonte che non è più distinto. Tra le nuvole basse si intravede un gabbiano che gira, il mare è fecondo, o è più sporco del solito, ironica opulenza questa per il palmipede. Il fuoco è arrivato al filtro e le labbra cominciano a pizzicare. Allora mi allontano e mi faccio un caffè. Automatismi. Mi ritrovo per strada a rincorrere le angoscianti banalità della giornata, per digerire le bili del lavoro, per dividere "quanto a questo, e quanto a quello" e già mi ritrovo un'altra sigaretta tra le labbra, e l'accendo coprendo a conchiglia la fiammella. Arde all'inizio il tabacco, o qualsiasi porcheria vi abbiano messo, ed ancora la spirale sinuosa mi riavvolge la mente, e mi trascina in questo breve oblio.
Beh, diciamolo pure, imbrattare pavimenti e muri scrivendo Vergogna, oltre che incivile è decisamente sciocco, soprattutto se si considera che si fa un favore a quel polituncolo reazionario vestito da prete. Così va a finire che il novello Torquemada diventa pure un martire. Allora, cari i miei pochissimi amici che avete la pazienza di leggere, non sarebbe il caso di gridare tutti insieme in varie parti d'Italia un affettuoso invito catartico al simpatico prelato zeinese? Invitandolo a liberare il corpo dalle proprie impurità, infatti, non imbratteremo muri, non saremo incivili, ma soprattutto lo avremo incoraggiato al raccoglimento ed alla riflessione (sperando che al bagno non si sia portato Play Boy!)
E allora tutti insieme
"BAGNASCO, MA VAI A CACARE!"

Varia

E' curiosa le sensazione del tempo che ti scivola intorno, e tu lì impassibile a lasciarlo fare. Non avrei mai pensato di essere così indifferente, anzi, da ragazzo il solo pensiero mi terrorizzava. Eppure io vedo il posto in cui abito, bellissimo e terribile allo stesso tempo, agonizzare sotto i colpi della violenza.
Così la mia presunta tracotanza, s'infrange in milioni di gocce di distrazione e di assuefazione , perchè un'onda non può che assuefarsi alla forza terribile che la fa infrangere sullo scoglio.
Guardo il golfo, la penisola sorrentina che ci copre l'orizzonte, il monte Faito che sovrasta una umanità indaffarata, e intorno l'infinita vallata che indistinta va da Pompei all'agro nocerino sarnese. A nord il Vesuvio dovrebbe far riflettere sull'assurdità di tutto quel trambusto ai suoi piedi, ma nessuno ci pensa, anzi.
Mi illudo di essere forte, e cerco milioni di ragioni per convincermi che abitare qui abbia un suo valore...