Liberi di non credere

domenica 22 aprile 2007

Avvolge le mie dita, spirale imperfetta, il fumo che a poco a poco mi logora. Fisso lo sguardo fuori dalla finestra, e non cerco punti precisi in un orizzonte che non è più distinto. Tra le nuvole basse si intravede un gabbiano che gira, il mare è fecondo, o è più sporco del solito, ironica opulenza questa per il palmipede. Il fuoco è arrivato al filtro e le labbra cominciano a pizzicare. Allora mi allontano e mi faccio un caffè. Automatismi. Mi ritrovo per strada a rincorrere le angoscianti banalità della giornata, per digerire le bili del lavoro, per dividere "quanto a questo, e quanto a quello" e già mi ritrovo un'altra sigaretta tra le labbra, e l'accendo coprendo a conchiglia la fiammella. Arde all'inizio il tabacco, o qualsiasi porcheria vi abbiano messo, ed ancora la spirale sinuosa mi riavvolge la mente, e mi trascina in questo breve oblio.
Beh, diciamolo pure, imbrattare pavimenti e muri scrivendo Vergogna, oltre che incivile è decisamente sciocco, soprattutto se si considera che si fa un favore a quel polituncolo reazionario vestito da prete. Così va a finire che il novello Torquemada diventa pure un martire. Allora, cari i miei pochissimi amici che avete la pazienza di leggere, non sarebbe il caso di gridare tutti insieme in varie parti d'Italia un affettuoso invito catartico al simpatico prelato zeinese? Invitandolo a liberare il corpo dalle proprie impurità, infatti, non imbratteremo muri, non saremo incivili, ma soprattutto lo avremo incoraggiato al raccoglimento ed alla riflessione (sperando che al bagno non si sia portato Play Boy!)
E allora tutti insieme
"BAGNASCO, MA VAI A CACARE!"

Varia

E' curiosa le sensazione del tempo che ti scivola intorno, e tu lì impassibile a lasciarlo fare. Non avrei mai pensato di essere così indifferente, anzi, da ragazzo il solo pensiero mi terrorizzava. Eppure io vedo il posto in cui abito, bellissimo e terribile allo stesso tempo, agonizzare sotto i colpi della violenza.
Così la mia presunta tracotanza, s'infrange in milioni di gocce di distrazione e di assuefazione , perchè un'onda non può che assuefarsi alla forza terribile che la fa infrangere sullo scoglio.
Guardo il golfo, la penisola sorrentina che ci copre l'orizzonte, il monte Faito che sovrasta una umanità indaffarata, e intorno l'infinita vallata che indistinta va da Pompei all'agro nocerino sarnese. A nord il Vesuvio dovrebbe far riflettere sull'assurdità di tutto quel trambusto ai suoi piedi, ma nessuno ci pensa, anzi.
Mi illudo di essere forte, e cerco milioni di ragioni per convincermi che abitare qui abbia un suo valore...