Oggi, festa della Repubblica a Torre Annunziata. La giunta ha organizzato una importante manifestazione, alla quale hanno partecipato diverse scuole torresi, e tra i piccoli c'era pure la mia figlioletta, a testimonianza del fatto che le istituzioni esistono ed hanno interesse a che le nuove generazioni comprendano perfettamente i valori della Repubblica e della Democrazia.
Il canto dell'inno repubblicano scandito dalle candide voci dei fanciulli, ha introdotto la deposizione della colonna d'alloro davanti al monumento ai caduti. Una bella cerimonia laica. Non lo nascondo: mi sono commosso. Al termine c'è stato un corteo che dalla piazza del monumento, piazza Ernesto Cesaro, meglio conosciuta dai Torresi come Piazza Santa Teresa, si è diretto a via Cavour, zona “calda” della città, dove presto nascerà una nuova caserma dei Carabinieri. Il corteo quindi è avanzato lungo la strada dei pusher. Scortati da carabinieri, polizia, vigili, una lunga bandiera italiana sorretta dai piccoli torresi è avanzata, seguita dal Sindaco, dall'assessore alla sicurezza e da tutti i massimi rappresentanti locali delle forze di polizia.
Li vedevo e pensavo alla responsabilità che gli viene data, quella di restituire il paese ai cittadini strappandolo dalle fauci assetate di sangue della camorra. E ascoltavo anche i commenti, le ingiurie al sindaco, ma immagino fosse calcolato anche questo. I pusher non si sono visti. Qualche poliziotto in borghese era passato prima ed ha tenuto la situazione sotto controllo. Una nota decisamente stonata è stata quando un prete, mi hanno detto quello della basilica, ha fermato il corteo ed ha detto qualche formula della sua religione alla bandiera. Sono rimasto davvero scandalizzato: la Repubblica italiana è la repubblica di tutti gli italiani: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”! Perché un prete cattolico si è sentito in diritto di fermare un corteo laico e di “autorizzarlo” con le sue benedizioni?
La mia incazzatura, ovviamente, è servita a poco. Le autorità hanno glissato sull'accaduto e, devo dire, non hanno partecipato a quello che, vi piaccia o meno, è stata una delle tante piccole (grandi) ingerenze della chiesa cattolica nella vita democratica di questa Repubblica. Di sicuro le nuove generazioni hanno avuto l'ennesima visione distorta di uno Stato che lascia, come dire, una “libertà maggiore” alla chiesa, quasi l'unica che possa essere libera di fare quello che vuole. Una religione di stato, insomma...Ma questo, sinceramente, non è stata la cosa peggiore a cui ho assistito.
Non appena il corteo ha imboccato la strada che lo avrebbe portato alla sua destinazione, mia figlia mi ha chiesto di ritornare a casa. Quindi abbiamo fatto a ritroso la strada dei pusher. E dall'icazzatura per l'ingerenza del prete, sono passato allo sgomento quando ho visto che, attenuatasi l'ultima nota dell'inno italiano suonata dalla banda comunale, mentre il corteo spariva nella strada che porta all'istituto Mazzarella, dove ci sarebbe stata un'ulteriore manifestazione, ogni singolo pusher è ritornato al suo posto: la camorra si stava riprendendo la città.
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